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Biometano: una fonte veramente “rinnovabile”

Biometano: una fonte veramente “rinnovabile” 04/11/2013Leave a comment
biometano

Se guardiamo il biometano dal punto di vista chimico, non differisce molto dal gas naturale: entrambi i gas sono composti per la maggior parte da metano (CH4). Il biometano, però, a differenza del gas naturale non deriva dallo sfruttamento di fonti fossili nel sottosuolo ma ha origine dal biogas, che viene prodotto in impianti a tenuta stagna al termine di un processo di fermentazione batterica in assenza di ossigeno dei residui organici provenienti da allevamento (liquame, letame, avanzi di mangime), produzione alimentare (avanzi di frutta e verdura, resti della lavorazione di carne, pesce e latte, avanzi di cibo, ecc.) e da acque reflue di depuratori.

In sostanza, il biometano è biogas nobilitato, raffinato, al quale vengono tolti CO2, idrogeno solforato, ammoniaca e acqua. Ne deriva un biogas purificato, che esce dal processo con un contenuto di metano che varia dal 95% al 98%, raggiungendo così la stessa qualità del gas naturale.
Si tratta di un combustibile pulito, con il più basso fattore di emissione, e realmente inesauribile visto che proviene dai rifiuti e dagli scarti. Ma ciò che lo rende davvero un combustibile ‘green’ è il bassissimo impatto ambientale: la CO2 emessa dalla combustione del biometano è infatti rinnovabile.
La sua potenzialità è enorme: basti pensare alla grande disponibilità di biomasse, spesso poco o per nulla sfruttate, che possono essere recuperate. Se si considera poi che il biometano può essere utilizzato per l’immissione nella rete di distribuzione del gas naturale, per la produzione combinata di energia termica ed elettrica o come carburante per mezzi pubblici e privati se ne comprende l’importanza per il futuro.
E di prospettive per il futuro parlano le stime dello studio “Biometano: potenzialità, economics, prospettive di sviluppo” dell’Osservatorio Agroenergia 2013, che ha calcolato come il biometano possa arrivare a coprire fino al 10% del nostro consumo lordo di energia (in uno scenario di “crescita accelerata”) o circa il 5% (in uno scenario di “crescita moderata”) al 2020. L’Italia, inoltre, possiede il più vasto parco automobilistico a metano del mondo (2% delle vetture circolanti), il che apre il biometano a scenari di largo utilizzo.
In tutto questo scenario futuribile, ci sono però alcuni aspetti da affrontare e risolvere, a partire da un preciso quadro legislativo-normativo che in Italia, a differenza di altri Paesi, manca ancora: lo stesso dicasi per un forte contributo pubblico all’innovazione tecnologica.
In Italia al momento il biometano rappresenta una grande opportunità: la speranza è che si trasformi presto in un’occasione concreta per competere.

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