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Gnl marittimo, è tempo di agire!

Gnl marittimo, è tempo di agire! 03/10/2013Leave a comment

Nei giorni scorsi si è svolto a Genova il Port&Shipping Tech 2013, il forum internazionale dedicato all’innovazione tecnologica per lo sviluppo del trasporto marittimo. Al centro del dibattito, la proposta di direttiva europea per lo sviluppo dei carburanti alternativi, in vista dell’obiettivo fissato per il 2050: ridurre del 60% la quota dei gas con effetto serra. In particolare è stato approfondito il piano d’azione per lo sviluppo del GNL (Gas Naturale Liquefatto) nel trasporto marittimo.

Perché proprio il GNL? Non è l’unica alternativa possibile, ma sicuramente è quella che apporta maggiori vantaggi in termini di tutela ambientale. Sotto il profilo della riduzione delle emissioni, ad esempio sembra che con il GNL si possano ridurre del 20-30% le emissioni di CO2, dell’80% quelle di NOx e di oltre il 95% quelle di SO2. Inoltre, la liquefazione del gas naturale, che avviene alla temperatura di -162 °C alla pressione atmosferica, permette di condensare circa 600 m3 di gas in un solo m3 di GNL (il suo volume si riduce di ben 600 volte!), consentendo così di immagazzinare una grande quantità in poco spazio per una maggiore autonomia di navigazione. Ma a che punto è la filiera per questo nuovo carburante in Italia? La conversione al sistema GNL prevede l’innovazione di infrastrutture sia nei porti che nelle navi, ma la realtà è che ci troviamo davanti a un circolo vizioso. Da una parte chi si dice disposto ad usare il GNL come combustibile aspetta che le infrastrutture per il rifornimento progrediscano, mentre chi si occupa del bunkeraggio del GNL parla di mancanza della domanda quale freno ai progressi. La realtà è che i combustibili marini sono attualmente forniti alle navi attraverso un’organizzazione logistica efficiente, basata su serbatoi di bunkeraggio nei porti, navi di bunkeraggio e bettoline per la distribuzione finale, e su un rifornimento diretto quando la nave è ormeggiata in banchina. Un’analoga infrastruttura non esiste al momento per il gas naturale e rappresenta una barriera forte, il cui superamento richiede l’intervento di più attori. Infatti, i privati non inizieranno a investire in nuove infrastrutture fino a quando non si creerà una domanda sufficiente; dal canto loro, gli armatori non inizieranno a investire nella propulsione a gas finché non vedranno sufficiente disponibilità di infrastrutture. Ma se non vogliamo perdere competitività, occorre agire in fretta. E’ arrivato il momento di confrontarsi sul tema, riunendo intorno a un tavolo istituzioni, armatori, operatori navali ed autorità portuali. Occorre passare in fretta all’azione e attrezzare i porti e ammodernare il nostro sistema di trasporto marittimo come fattore di competitività per il nostro Paese. Certo, passare all’alimentazione a gas significa rivoluzionare dal punto di vista tecnologico e logistico la filiera navale ed è senza dubbio una prova sfidante, ma è anche un’occasione ricca di opportunità che l’Italia non può procrastinare.

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