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Smart home, il termostato che impara (e cambia) le tue abitudini

Smart home, il termostato che impara (e cambia) le tue abitudini 02/03/2016Leave a comment

I ricercatori dell’Electronics and Computer Science di Southampton (ECS), insieme all’Università di Zurigo, si sono concentrati su un aspetto particolare delle tecnologie per smart home: la loro maggiore efficacia nel comprendere le abitudini di chi abita la casa.

Hanno effettuato un test con un campione di 30 famiglie inglesi. E siccome la spesa più alta viene dal riscaldamento, per un mese le hanno dotate di tre termostati diversi: uno manuale col quale interagire, che segnalava le fluttuazioni del prezzo dell’energia a intervalli di trenta minuti, e due dispositivi che impiegavano un algoritmo d’intelligenza artificiale in grado di imparare le impostazioni del riscaldamento sulla base delle preferenze delle famiglie. Questo per “costringerle” a ottimizzare i consumi, evitando gli sprechi. I ricercatori si sono accorti che le famiglie modificavano le proprie abitudini (pur restando entro limiti da loro considerati tollerabili) in modo più incisivo perché potevano verificare subito l’effetto che questo cambiamento aveva sulle loro bollette.Ad esempio la maggior parte dei partecipanti preferiva tenere il riscaldamento acceso quando era sotto la doccia, ma spegnerlo mentre usava il forno o faceva una qualche attività fisica.E ad ogni variazione di temperatura i due apparecchi di analisi registravano e memorizzavano cause e conseguenze del gesto. Insomma, la semplice programmazione di temperature e orari è ormai preistoria. Oltre alle preferenze dettate dai prezzi e le temperature esterne, i termostati del futuro prenderanno in considerazione anche la routine e le attività di ciascuno. Perciò non si tratterà più solo di sensori, ma anche dello studio delle abitudini di chi vive la casa. Si tratta di una grande innovazione tecnologica nel settore della domotica e nel campo della Internet of Things, ovvero quella branca della scienza informatica che studia l’interazione tra oggetti attraverso le connessioni Internet. I risultati della ricerca saranno presentati a maggio alla ACM CHI 2016 a San Jose, negli Usa, appuntamento di spicco nell’ambito dell’interazione tra uomo e computer.

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