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Le “Otto R” di SergeLatouche per uno sviluppo sostenibile

Le “Otto R” di SergeLatouche per uno sviluppo sostenibile 27/04/2016Leave a comment

E’ ora di cambiare aria. E non solo. Già nel 1987 la Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo aveva espresso un monito: la necessità di una modifica radicale nel modo di pensare e di fare l’economia, ma anche del nostro modo di vivere, per continuare a soddisfare i nostri bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future.

Invece in trent’anni, e ancora oggi, il comportamento più evidente sembra esserel’indifferenza verso il tema della sostenibilità (intesa come vero e proprio mutamento culturale),causata forse da abitudini comode e consolidate ma dannose per il pianeta.E se è vero che molto lavoro è stato fatto dalle commissioni tecniche di Bruxelles è anche vero che persino tutti i catastrofici avvenimenti climatici di questi ultimi anni e le denunce del mondo scientifico sulla gravità della situazione ambientale non sembrano aver toccato granché gli animi delle persone.
In realtà basterebbero delle azioni molto semplici per avviare uno sviluppo sostenibile e iniziare a fare a meno del superfluo. SergeLatouche, economista e filosofo francese, ne ha identificate otto.
1. Rivalutare: riconsiderare i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli indotti dal mercato e dal martellamento pubblicitario.
2. Riconcettualizzare: tornare a usare il pensiero critico. Spesso risparmiare denaro non significa risparmiare risorse.
3. Ristrutturare: adattare e convertire in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico–produttive, i modelli di consumo, gli stili di vita, puntando sul riuso e sul recupero dell’esistente.
4. Rilocalizzare: consumare essenzialmente prodotti locali, a km zero, per ridurre al minimo i movimenti delle merci, abbattendo i costi, i consumi e le ripercussioni ambientali legate ai trasporti.
5. Ridistribuire: garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza.
6. Ridurrel’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare.
7. Riutilizzare:riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli.
8. Riciclare: recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle attività umane.Le “Otto R” possono essere una buona base da cui partire peruno stile di vita responsabile, dai ritmi sostenibili. Per metterle in pratica, però, serve una forte presa di coscienza che non può partire dalle istituzioni, è necessario che i singoli inizino da soli, ognuno nel proprio lavoro e nella propria quotidianità.Specie di fronte all’inarrestabile incremento demografico che al 2050 ci vedrà superare la soglia dei 9 miliardi di persone sul pianeta, avviare azioni concrete in modo sistematico e diffuso è ormai un passo fondamentale da compiere.

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