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Sostenibilità da medaglia d’oro a Tokio 2020

Sostenibilità da medaglia d’oro a Tokio 2020 16/03/2017Leave a comment

A Tokyo 2020 ori, argenti e bronzi di giochi olimpici e paralimpici saranno prodotti con materiali ricavati da smartphone riciclati.

Il Comitato Olimpico Giapponese ha affermato che . La raccolta è già stata pianificata. Veranno dedicati 2.400 cassonetti in altrettanti punti vendita di smartphone. Sarà possibile recuperare oro, argento e rame (principale componente del bronzo) necessari per costruire – secondo le previsioni del comitato giapponese – circa 5 mila medaglie. Abbastanza per coprire la produzione di quelle necessarie per olimpiadi e paralimpiadi in virtù della sostenibilità.

La quantità di materiali di riciclo necessari

La quantità richiesta non è enorme: per le medaglie di Londra 2012 sono bastati 9,6 chili d’oro, 1210 d’argento e 700 di rame. Il metallo più prezioso è il più difficile da reperire, ma ne basta una quantità minima: il premio per il campione olimpico, infatti, è in realtà composto da oro solo in una percentuale minima. E per il resto da argento e rame. Secondo le stime del Comitato Olimpico giapponese, servono “milioni di smartphone” per ottenere 2 tonnellate di metalli “lavorati”.

Per la riuscita sarà necessario un surplus di riciclo

Già durante i Giochi Olimpici invernali di Vancouver, parte delle medaglie era stata prodotta da materiale riciclato. Tokyo 2020 sarebbe invece il primo caso in cui tutti i premi deriverebbero da metalli derivati da smartphone. Il condizionale è d’obbligo: non è infatti detto che il traguardo sarà raggiunto. Buona parte dei metalli riciclati (soprattutto l’argento, il materiale di cui le medaglie hanno più fame) viene già assorbito dall’industria tecnologica per la costruzione di nuovi dispositivi. Per centrare l’obiettivo, quindi, è necessario un surplus di riciclo. Ecco perché gli organizzatori di Tokyo 2020 stanno puntando su una massiccia partecipazione popolare. Lo confermano la rete capillare di ritiro (che non passa dai produttori) e il battage pubblicitario.

Un’iniziativa di solidarietà e partecipazione

Uno dei testimonial dell’iniziativa è Kohei Uchimura, ginnasta tre volte oro a Rio de Janeiro e idolo nipponico: “Si tratta di un messaggio importante per le future generazioni”, ha affermato Uchimura. L’iniziativa è, infatti, prima di tutto un gesto simbolico. “Abbiamo chiesto alle persone di riciclare volontariamente – ha affermato, Hidemasa Nakamura, CFO dei Giochi 2020 – perché è un’iniziativa che stimola sostenibilità e partecipazione, due ideali in linea con i valori olimpici”.

Un bene per l’ambiente 

L’ambiente ne guadagnerebbe e gli atleti non sarebbero certo meno contenti. Che sia riciclato o meno, il metallo sarà un dettaglio. Chi sale sul podio non baderà certo al processo produttivo, come sottolinea Ashton Eaton, decatleta statunitense due volte campione olimpico: “Il peso di una medaglia al collo è sempre un bel peso da sostenere, perché non è quello di oro, argento o bronzo ma quello di una intera nazione”.

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