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Industria alimentare: il potenziale della cogenerazione

Industria alimentare: il potenziale della cogenerazione 29/12/2017
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In Italia, la diffusione della Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR) è stata trainata soprattutto dal settore industriale. Secondo i dati del rapporto elaborato dal GSE (il Gestore dei Servizi Energetici) e intitolato “Valutazione del potenziale nazionale di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento efficiente”, il 70% dell’intero parco nazionale di impianti di cogenerazione alla fine del 2013 era rappresentato da installazioni presso le industrie.

I settori industriali più energivori (raffinerie, siderurgia, cartiere, ecc), nel tentativo di ridurre i propri costi energetici, hanno infatti già effettuato notevoli investimenti in cogenerazione negli ultimi anni. Altri comparti, invece, possiedono ancora ampi margini di miglioramento. Tra questi vi è il settore alimentare che potrebbe produrre energia aggiuntiva per oltre 2 TWht di energia termica e 1,8 Twe di elettricità con una potenza incrementale installabile pari rispettivamente a 580 MWt e 525 Mwe.

FOOD & BEVERAGE
Nel settore alimentare i vettori energetici del termico che intervengono sono quasi sempre due: il vapore e l’acqua calda, che possono diventare anche tre se si è in regime di trigenerazione, quando cioè da una parte del calore, via unità ad assorbimento, si ricava il freddo.

Un esempio è quello dei produttori di pasta secca, dove con l’acqua calda si fanno gli impasti, con il vapore si essicca e con il freddo, sempre ricavato da acqua calda, si raffredda la pasta essiccata per confezionarla. Mentre nelle latterie con il vapore si pastorizza, con l’acqua calda si lavano i contenitori e con il freddo si abbassa la temperatura del latte per confezionarlo.

La cogenerazione può riguardare e includere anche i settori dell’imbottigliamento di acqua minerale e bevande non alcoliche, prosciuttifici, salumifici, pastifici, panifici, caseifici, lavorazione del latte, conserve sia solide sia liquide, lieviti e molto altro ancora.

INNOVAZIONE
Sono in atto due fenomeni che vanno in questa direzione: da un lato l’adozione della cogenerazione da parte di aziende alimentari che hanno necessità energetiche in termini assoluti minori che in passato, e dall’altro l’iniziale sostituzione degli impianti più vecchi.

Fino a qualche anno fa i sistemi di cogenerazione più piccoli utilizzati nell’alimentare difficilmente scendevano sotto il MW elettrico di potenza, oggi invece si sfruttano anche installazioni di 600 kW, fenomeno che tende a crescere. Per quanto riguarda la sostituzione si sta invece assistendo alla dismissione di vecchi gruppi turbogas a favore di motori endotermici, nonché alla “rottamazione” di motori endotermici giunti a fine vita, o almeno alla grande revisione delle 60 mila ore.

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La convenienza della cogenerazione dipende dal contenuto energetico del prodotto, dal tipo di processo che porta alla realizzazione di questo e dal grado di partecipazione dei vettori termici al processo produttivo. In contesti di lavorazione H24 che garantiscono un profilo dei consumi favorevole è possibile arrivare anche a un risparmio del 40%.

X3Energy mette a disposizione la propria consulenza ed esperienza nel settore per aiutarti a valutare la convenienza della cogenerazione applicata ai tuoi processi produttivi e supportarti durante la realizzazione del progetto. Contattaci per saperne di più su questa e altre soluzioni in grado di migliorare l’efficienza energetica della tua impresa.

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