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Efficienza energetica: il primo rapporto EU-Merci

Efficienza energetica: il primo rapporto EU-Merci 13/02/2017Leave a comment

Grandi differenze tra gli Stati europei, sia nelle politiche energetiche sia negli schemi di obbligo per l’efficienza energetica.

È questo quello che emerge dal primo rapporto dal progetto EU-Merci, “Comparative report of industry-relevant energy efficiency policies in Europe”, sulle diversità nelle politiche di efficienza energetica adottate nel settore industriale nel Vecchio Continente. Il report si concentra sulle iniziative intraprese dalla Norvegia e dai 28 Paesi membri della UE nell’ambito dell’articolo 7 della Direttiva europea sull’efficienza energetica (Energy Efficiency Directive, EED) . Secondo la direttiva, gli Stati membri sono tenuti a sviluppare schemi obbligatori di efficienza energetica o politiche per l’utilizzo di energie alternative per arrivare a risparmiare almeno l’1,5% dell’energia sulle vendite annuali ai consumatori finali.

L’analisi e le differenze fra i Paesi
L’analisi effettuata nel report fornisce una fotografia delle iniziative politiche, il metodo usato per calcolare l’energia risparmiata, oltre al processo utilizzato per monitorare e verificare il risparmio energetico.
Quello che il rapporto mette in evidenza è la grande disparità di politiche e tipologie di schemi adottati. Solo 16 Stati hanno realizzato ad oggi schemi obbligatori per l’industria (EEO, Energy Efficiency Obligation), come i certificati bianchi italiani, combinandoli in alcuni casi con misure fiscali o supporti finanziari. Per quattro Paesi – Danimarca, Ungheria, Lituania e Lussemburgo – lo schema obbligatorio è l’unica iniziativa adottata per migliorare l’efficienza energetica nel settore industriale. Altri Paesi, tra cui Croazia, Grecia e anche Germania, non hanno implementato uno schema obbligatorio, focalizzandosi solo sullo sviluppo di misure energetiche alternative.
Misure e modalità di quantificazione dei risparmi
La misura più usata è il supporto finanziario, inclusi gli incentivi per lo sviluppo di sistemi di efficienza energetica. Questi tipi di misure sono tra le politiche chiave di 19 Paesi europei. L’attenzione viene puntata poi in particolare sui requisiti su cui si basano i diversi schemi, in relazione ai metodi di calcolo dei risparmi dichiarati e alle modalità di monitoraggio. Aspetti di grande importanza perché si parte da qui per calcolare poi incentivi e bonus finanziari. Ma le modalità di quantificazione dei risparmi, così come il monitoraggio, sono diversi da Stato a Stato. In Italia, ad esempio, esistono tre diverse modalità di calcolo dell’energia risparmiata in base alla diversa complessità dei progetti implementati. Per quanto riguarda il monitoraggio, invece, ci sono Paesi come la Lituania che non hanno implementato ancora un sistema. Mentre altri come Romania e Slovacchia lo stanno facendo solo ora. I prossimi rapporti di EU-Merci saranno focalizzati sugli interventi realizzati e sulle barriere incontrate dalle imprese del settore industriale a livello europeo. Verrà anche pubblicato il database delle buone pratiche industriali, che consentirà di conoscere gli interventi realizzati dalle imprese europee negli ultimi anni.

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