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Verso le energie rinnovabili: per Barack Obama la transizione è irreversibile

Verso le energie rinnovabili: per Barack Obama la transizione è irreversibile 15/02/2017Leave a comment
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L’ex presidente Usa in un articolo apparso su Science ha elencato i vantaggi di un’economia green.

L’ex presidente Usa in un articolo apparso su Science ha elencato i vantaggi di un’economia green, basata su energie pulite ed efficienza energetica. Alcuni sviluppi ci saranno al di là delle politiche di breve termine adottate da Donald Trump, scrive. La transizione verso un’economia basata sull’energia pulita e l’efficienza energetica è «irreversibile». Lo ha scritto Barack Obama lo scorso 9 gennaio sulla rivista Science, prima di lasciare la Casa Bianca al neo presidente Donald Trump, che invece nella sua campagna elettorale ha spinto molto sul ritorno alle fonti fossili e al carbone. «Esiste ancora un certo dibattito sul percorso più appropriato che dovrebbe intraprendere la politica statunitense in tema di energia», scrive Obama. Ma «le evidenze che abbiamo a livello economico e scientifico mi rendono fiducioso che i trend verso un’economia basata sull’energia pulita, emersi nel corso della mia presidenza, continueranno e che le possibilità economiche per il nostro Paese di sfruttare questa tendenza possano solo crescere».

Energie pulite per raccogliere vantaggi economici.

L’ex presidente americano ha ricordato che tra il 2008 e il 2015, nel corso della sua amministrazione, l’economia a stelle e strisce è cresciuta di oltre il 10%, mentre le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono diminuite del 9,5%, ecco perchè si parla di economia green. Un risultato, scrive, «che dovrebbe mettere a tacere l’argomentazione secondo cui combattere i cambiamenti climatici richiede una crescita inferiore o un peggioramento del tenore di vita».

Nonostante le posizioni di Trump, che ha criticato quello che ha definito «ambientalismo fuori controllo», Obama dice di essere «convinto che nessun Paese sia più adatto degli Stati Uniti ad affrontare la sfida climatica e a raccogliere i vantaggi economici di un futuro a basse emissioni di carbonio». Perché la lotta al global warming «non dovrebbe essere una questione di parte», ma di buon senso economico, dice Obama. Gli investimenti necessari a ridurre le emissioni «sono modesti rispetto ai risparmi possibili». Non solo: la transizione energetica crea più posti di lavoro di quelli che fa perdere. Inoltre le aziende stanno comprendendo che difendere il clima «fa bene ai bilanci, ai consumatori e agli azionisti».

Ecco perché, scrive Obama, tornare indietro rispetto alle politiche green messe in campo anche relative all’economia green e uscire dagli accordi di Parigi «sarebbe contrario agli interessi economici nazionali». Un aumento della temperatura media globale di 4 gradi centigradi potrebbe costare il 5% del Pil mondiale entro il 2100. Al contrario, come documentato dal Department of Energy americano, gli occupati nei settori legati all’efficienza energetica sono già 2,2 milioni, cioè il doppio di chi lavora nel settore fossile.

Il costo delle energie rinnovabili è in discesa.

Dal 2008 al 2015 il costo dell’energia elettrica prodotta dall’eolico, ad esempio, è sceso del 41 per cento. E in certe aree degli Usa le rinnovabili sono già competitive rispetto alle fossili, anche senza incentivi economici. Ecco perché, sottolinea Obama, la transizione energetica verso l’energia pulita è inarrestabile. Molti Stati americani andranno avanti con i loro piani energetici. Anche le aziende stanno facendo la stessa scelta. Obama cita Google, che nel 2017 userà solo energia rinnovabile, e Walmart, che farà lo stesso nei prossimi anni. Certo, conclude Obama, «uno dei grandi vantaggi del nostro sistema di governo è che ogni presidente può dare una sua direzione alle politiche» e anche Donald Trump avrà l’opportunità di farlo. Ma alcuni sviluppi «per molti aspetti avverranno indipendentemente dalle scelte politiche fatte sul breve termine».

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