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Mobilità elettrica, gli scenari tra presente e futuro

Mobilità elettrica, gli scenari tra presente e futuro 21/06/2017Leave a comment
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I miglioramenti sulle tecnologie di ricarica e le batterie, l’abbassamento dei costi, le continue politiche di incentivi e gli obiettivi di sostenibilità ambientali favoriranno l’incremento della mobilità elettrica.

La mobilità elettrica non è più il futuro, per molti Paesi è già il presente, soprattutto nel nord Europa e in Asia. Tra i più virtuosi troviamo Cina, India, Norvegia, Svezia, Francia e Paesi Bassi. Sono questi gli Stati che tracciano la via da percorrere e tra qualche anno saranno in buona compagnia, se è corretta la stima dell’Agenzia Internazionale dell’Energia pubblicata nel World Energy Outlook 2016: nel 2040 ci saranno 150 milioni di vetture a batteria sulle strade di tutto il mondo. Si tratta forse di previsioni troppo ottimistiche, ma di sicuro le persone e le case automobilistiche stanno spostando la propria attenzione dai veicoli a benzina o a diesel a quelli elettrici.

I numeri delle auto elettriche

Nei primi 9 mesi del 2016 sono state vendute oltre 500 mila auto elettriche nel mondo, una crescita del 53% rispetto ai primi tre trimestri del 2015 secondo il Politecnico di Milano. Le case automobilistiche hanno subito deciso di intercettare questa crescente richiesta: BMW, Mercedes, Volkswagen, Hyundai, Opel, Renault, Nissan, oltre all’americana Tesla, sono in prima linea nella proposta e nella ricerca sulla mobilità elettrica. Ma il costruttore che vanta il primato di vendite nel 2016 è sconosciuto ai più, almeno in Europa: la cinese BYD nel 2016 ha immesso sul mercato più automobili elettriche rispetto agli altri competitor, superando anche Tesla.

Quale futuro per la mobilità elettrica

Secondo gli osservatori più accreditati, a spingere le vendite saranno le migliori prestazioni delle auto, le batterie con sempre maggiore autonomia e la riduzione dei costi. Oggi i veicoli elettrici hanno un costo di mercato ancora alto, ma le politiche di incentivi avviate da molti Paesi saranno cruciali per la loro futura diffusione. Anche perché i vantaggi non sarebbero soltanto ambientali, bensì anche economici, secondo un prospetto di CIVES per l’Italia elaborato nel 2014: allo Stato l’auto elettrica costa 1,4 centesimi a chilometro, mentre le endotermiche si attestano a 5,6 centesimi al chilometro, ovvero quattro volte tanto. Inoltre l’International Energy Agency sostiene che, se si vuole centrare l’obiettivo dell’aumento della temperatura globale al massimo di 2° entro il 2030 saranno necessarie almeno 150 milioni di auto elettriche sulle nostre strade per quella data. Ecco perché i governi dovranno sostenere questo slancio ecologista.

L’Italia può ancora migliorare

Il nostro Paese non rientra nei vertici della classifica, ma non è nemmeno agli ultimi posti: abbiamo circa 2.900 colonnine elettriche per servire 7.000 vetture. Se le auto sono ancora davvero troppo poche, per la precisione 0,12 ogni 1.000 abitanti, ci difendiamo sul numero delle colonnine di ricarica grazie agli interventi di aziende private.

La tecnologia di ricarica ultrarapida nata in Israele

Le migliorie tecnologiche già citate sono quasi all’ordine del giorno, fortunatamente. L’ultima e più promettente arriva dalla startup israeliana Storedot, che ha sviluppato la tecnologia Flashbattery per ricaricare completamente un’auto elettrica in soli 5 minuti, contro i 30 minuti delle attuali colonnine veloci. La novità è l’abbandono degli ioni al litio per virare su una sostanza costituita da diversi strati di nanomateriali e composti organici. Una soluzione che ha già raccolto finanziamenti per 66 milioni di dollari e potrebbe essere utilizzata anche per le batterie degli smartphone.

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