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Mobilità sostenibile: si può fare di più

Mobilità sostenibile: si può fare di più 15/09/2017

Nell’Unione Europea il tema dei trasporti occupa da anni un ruolo centrale nei dibattiti riguardanti l’energia e lo sviluppo sostenibile. I trasporti sono infatti responsabili di circa un terzo del consumo finale complessivo di energia nei Paesi europei e di più di un quinto delle emissioni di gas serra, nonché di una parte considerevole dell’inquinamento atmosferico e acustico urbano.

Nuovi obiettivi di riduzione dei consumi sono già previsti dalla UE per il 2030 e nel frattempo il GSE (Gestore dei Servizi Energici) ha analizzato l’attuale panorama italiano per capire quanto il nostro Paese sia allineato o meno con la strategia comunitaria.

Nel rapporto intitolato “Consumi di energia nel settore Trasporti – Quadro statistico di riferimento e monitoraggio target UE” il Gestore presenta i bilanci 2015 della componente dei consumi costituita da fonti energetiche rinnovabili e l’andamento del trend del decennio precedente.

CONSUMI ENERGETICI NEI TRASPORTI
Nel 2015 il comparto ha consumato a 39,5 Mtep, “un valore in flessione di circa 550 ktep rispetto all’anno precedente (-1,4%) e, più in generale, tra i più bassi dell’ultimo decennio”.
Un dato positivo che, tuttavia, deve essere messo in relazione con i trend della domanda energetica nazionale totale: la riduzione tendenziale dei consumi energetici del settore trasporti italiano, seppur significativa (-12% rispetto al 2005), rimane inferiore a quella registrata dai consumi finali dell’intera economia (-15%), su cui sono pesati in misura maggiore gli effetti della crisi economica.

Cosa consumiamo per muoverci? Principalmente, e non è una sorpresa, prodotti petroliferi (92%), con il diesel che ormai è utilizzato tre volte tanto rispetto alla benzina. Tutte le altre fonti hanno un peso marginale: biofuel ed elettricità verde coprono il 3,7%, segue il gas naturale (2,8%) e l’energia elettrica prodotta da combustibili fossili (1,6%).

VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE
Inserendo l’Italia nel quadro europeo dei consumi rinnovabili nel settore trasporti ci si accorge di essere ancora distanti dalle performance migliori, in compagnia di Paesi come la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca, mentre in alto nella classifica svettano Svezia (24%), Finlandia (22%), Austria (11,4%) e Francia (8,5%).

Alcuni Paesi, come Francia, Norvegia, Olanda e Gran Bretagna, hanno già tra i loro obiettivi di eliminare i trasporti a benzina e a diesel entro i prossimi vent’anni, con incentivi per agevolare la transizione verso un’economia focalizzata sulle fonti rinnovabili.

Un esempio su tutti è Londra, che di recente ha varato la T-charge, ovvero la “tassa tossica”, concernente il pagamento di 10 sterline per ogni giorno feriale alle auto troppo vecchie e inquinanti che entrano in alcune particolari zone della città.

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