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Energia e gas: prezzi da record, nuovi rialzi

Energia e gas: prezzi da record, nuovi rialzi 05/10/2018
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Per le imprese il consorzio Energindustria stima, nel 2019, fatture del gas più care del 30% e del 10% per l’elettricità.

Dopo i rincari estivi è atteso un ulteriore aumento delle fatture di energia e gas. I prezzi del petrolio sono tornati a salire, riportando il Brent vicino a 80 dollari al barile, ai massimi da quattro anni. È un altro record, che sui mercati europei si aggiunge a quelli registrati da elettricità, gas e carbone: una sequenza impressionante di rincari trainati soprattutto dal rally della CO2 che minaccia di pesare sulle fatture.

RIALZO DEI PREZZI DELLA COMPONENTE ENERGIA

Tenuto conto del fatto che per un’azienda non energivora la componente energia pesa per il 30% circa sul totale in fattura, l’aumento dei costi elettrici previsto dal consorzio Energindustria per il prossimo anno potrebbe essere del 10-13%. Non va meglio nemmeno per il gas naturale, perché le quotazioni attuali per il prossimo inverno sono circa del 50% superiori rispetto a 12 mesi fa, un impatto sui costi per le imprese che potrebbe arrivare a un +30-40% in bolletta.

Anche per le famiglie il conto potrebbe essere salato, a meno di una brusca inversione di tendenza sui mercati dell’energia all’ingrosso.

AUMENTO DEI PREZZI DEI DIRITTI PER L’EMISSIONE DI CO2

La causa principale riguarda il forte aumento del prezzo dei diritti per l’emissione di anidride carbonica scambiati sul mercato europeo, ovvero i cosiddetti “permessi per inquinare”, che utilities e società energivore in Europa sono obbligate a comprare per compensare la CO2 che scaricano in atmosfera. Il balzo dei diritti di emissione di Co2 spinge i prezzi all’ingrosso.

Stando a quanto riportato da IlSole24Ore rispetto a un anno fa il prezzo della CO2 è quasi quintuplicato, superando 25 euro per tonnellata: ciò trova una giustificazione nella riforma europea, che dal 2019 imporrà il ritiro dalla circolazione del surplus di permessi che si era creato con la recessione e che manteneva i prezzi troppo bassi. La situazione impediva al mercato di svolgere la sua funzione, che è quella di stimolare l’efficienza e l’impiego delle fonti energetiche più pulite.

I RINCARI DAL 1° OTTOBRE 2018

Per ora di certo c’è che dal primo ottobre, secondo quanto ha stabilito l’Arera (Autorità per l’Energia), l’energia costa il 7,6% in più, mentre il metano sale del 6,1%.

A pesare sono, per l’appunto, l’aumento delle materie prime energetiche, la crescita del prezzo dei permessi di emissione di Co2 e lo stop dei reattori nucleari in Francia in seguito alla siccità di quest’estate. 

Un incremento che avrebbe potuto essere anche più consistente se non ci fosse stata una riduzione degli oneri di sistema, compensati con un intervento scudo dell’Authority.

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