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Innovazione nell’agroalimentare con nuove startup e soluzioni efficienti

Innovazione nell’agroalimentare con nuove startup e soluzioni efficienti 22/11/2018
Agroalimentare-startup

La maggior parte delle start-up attive nel settore sono in Lombardia ed Emilia Romagna e puntano sul monitoraggio dei dati come approccio all’innovazione.

 

Oggi al termine start-up viene associata spesso l’industria 4.0, complesso insieme che racchiude tutti i progetti di digitalizzazione e automatizzazione del processo produttivo. Ma l’industria non è l’unica a beneficiare delle nuove tecnologie e delle imprese innovative, come dimostra oggi l’Osservatorio Smart AgriFood.

L’OSSERVATORIO SMART AGRIFOOD INDAGA L’INNOVAZIONE NEL SETTORE

Frutto della collaborazione fra il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Brescia, l’Osservatorio nasce con l’obiettivo di analizzare le innovazioni digitali che stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare. Secondo quanto emerso la filiera ha abbracciato la spinta al rinnovamento 4.0 a più livelli.

START-UP ITALIANE: IN TESTA LOMBARDIA ED EMILIA

Il censimento ha infatti portato alla luce ben 98 start-up italiane attive nel settore agroalimentare, molte delle quali localizzate in Lombardia (33% del totale) e in Emilia Romagna (17%). Seguono a una certa distanza il Lazio (9%), il Veneto (8%) e la Campania (6%). La forte crescita delle start-up Smart AgriFood, riscontrata in Italia nell’ultimo biennio, è un dato estremamente positivo poiché genera e incentiva la ricchezza futura del settore.

L’INNOVAZIONE PARTE DALLA GESTIONE DEI DATI

Analizzando i mercati di riferimento emerge come l’approccio all’innovazione agroalimentare punti a soluzioni tecnologiche trasversali a più ambiti agricoli e agro-alimentari. In particolare, le start-up che lavorano sull’Agricoltura 4.0 stanno puntando sulla raccolta, gestione ed elaborazione dei dati, cercando di collaborare sempre più con le imprese consolidate di qualsiasi filiera produttiva.

In tal senso i settori più ricercati appaiono essere quello vitivinicolo (17%) e l’ortofrutticolo (14%). Il 4% delle start-up analizzate offre invece soluzioni per il settore lattiero-caseario, volte ad esempio a monitorare e migliorare il benessere animale oppure a controllare la qualità dei prodotti nelle fasi produttive.

IL MONITORAGGIO ENERGETICO

Il controllo e l’elaborazione dei dati è utile non soltanto per la produzione ma anche per il consumo energetico del settore, che vede le sue spese maggiori nell’irrigazione, nella ventilazione degli ambienti, nella produzione e trasformazione agroalimentare, nonché nelle coltivazioni in serra, il comparto più energivoro. Una gestione efficace e responsabile dell’utilizzo di energia, resa chiara dall’elaborazione fornita dal monitoraggio, porta all’eliminazione di sprechi e a maggiori risorse da investire.

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