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Mobilità elettrica: Cina e Norvegia leader, Italia indietro

Mobilità elettrica: Cina e Norvegia leader, Italia indietro 12/04/2018
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Entro il 2030 il numero di veicoli elettrici in circolazione nei principali mercati automobilistici mondiali (Cina, Europa, Stati Uniti) raggiungerà quota 164 milioni di unità, aumentando i volumi di oltre 65 volte rispetto alle 2,5 milioni di unità del 2017. Lo rileva una elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec, sulla base di uno studio sull’andamento del mercato automobilistico dei prossimi anni, condotto dalla società di consulenza internazionale PwC.

I LEADER

Con 141.000 punti di ricarica, quasi la metà di tutti quelli disponibili al mondo, la Cina è già prima al mondo per la diffusione di veicoli elettrici: vanta 1,2 milioni di unità circolanti nel 2017 e rafforzerà la propria leadership raggiungendo, entro il 2030, quota 73,7 milioni. Al secondo posto troviamo Europa e Stati Uniti, rispettivamente con 45,4 e 45 milioni di unità circolanti entro il 2030 (attualmente i due mercati si attestano a quota 800.000 e 500.000 unità).

In Europa la Norvegia è l’esempio perfetto dell’espansione della mobilità elettrica: da sola si trova infatti al 4° posto nella classifica mondiale, dopo il Giappone, con il 52% delle immatricolazioni di veicoli a propulsione elettrica (più di 140.000) e ibride (più di 67.000). Da sola pesa per oltre il 6% delle vendite mondiali.

Questo perché, oltre all’esenzione dalla sovrattassa applicata sulle altre vetture e l’esenzione dall’Iva (al 25%), la Norvegia offre diversi vantaggi: un’estesa rete di ricarica gratuita (9.000 colonnine), parcheggi ad hoc gratis, uso delle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici, nessun pedaggio autostradale, libero accesso ai centri storici e traghetti gratuiti o fortemente scontati.

IN ITALIA

Lo stesso non si può dire dell’Italia, in cui siamo a meno di 8 veicoli elettrici ogni 10.000 auto acquistate. La quota elettrica del nostro Paese, quindi, sia in termini di ibride che full elettric, oggi è di appena lo 0,03%. Questo perché, a differenza della Norvegia, non solo mancano gli incentivi, ma anche una gestione dei punti di ricarica capillare ed efficiente.

Le colonnine, infatti, prevedono non solo un investimento ma soprattutto un forte coinvolgimento pubblico, che va gestito tra ministeri ed enti locali. Oltre a ciò le ricariche farebbero sorgere problemi di capacità nel sistema distributivo simili a quelli riscontrati in Gran Bretagna.

OSTACOLI

Secondo Green Alliance, think tank inglese, l’Inghilterra (uno dei sei Paesi al Mondo con una quota di vendita di auto elettriche superiore all’1%) non sarebbe pronta, poiché la ricarica di una sola macchina richiede la stessa energia che un appartamento medio assorbe in tre giorni; inoltre la carica simultanea di molte vetture sarebbe insostenibile per la rete elettrica, se non adeguatamente rinforzata.

Anche il vantaggio ambientale dipende dal modo in cui viene prodotta l’energia: alimentata dal nucleare, come in Francia, un’auto elettrica emette circa 8 grammi/km di CO2, ma se prodotta con il carbone, come in Cina, il valore arriva a 120 grammi/km.

SOLUZIONE ALTERNATIVA

Gli sforzi da compiere sono dunque su più fronti, la strada verso una mobilità elettrica estesa è ancora lunga e non è l’unica percorribile: tra i carburanti alternativi anche il metano rappresenta una soluzione conveniente e sostenibile. Clicca qui per scoprire la nostra proposta.

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